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Accademia di Belle Arti di Bologna (ABABO)

Il professor FEDERICO CAPITANI presenta gli studenti:

Chiara Marchesi

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7. GEA

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L’opera “Gea”, cioè la terra, la materia originaria da cui prendono vita tutte le cose. Partendo dalla natura “Gea” si identifica nella pietra grezza. L’uomo, ovvero le parti metalliche, si allontana dalla sua origine. Non sempre riesce a ricongiungersi con essa.

Almeno non tutte le sue parti e solo alcune di esse cercheranno un punto di incontro.

Ciclicamente l’uomo si allontana dalla Natura per poi tornare a cercare un contatto con essa. Il vortice della vita non ci consente di riflettere sulla forza originaria della natura, da dove proveniamo, anche se inconsciamente la ricerchiamo. La ritroviamo emozionandoci nella sua bellezza.

Chiara nasce a Lodi nel 1996

Jacopo Risaliti

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8. AUTOPORTANTE

Materiali: assi di legno

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L’artista riprende il modulo del ponte autoportante di Leonardo Da Vinci. Un intreccio “Autoportante“ è una costruzione che funziona attraverso lo scarico di pressioni.

Il ponte così costruito diviene il risultato dell’intersecarsi della fisica con l’architettura e della natura dei materiali con l’uomo e la sua costruzione.

Architettura primitiva che rimanda alle vecchie case e chiese e anche alle capanne iniziali. Questa nuova identità adattata per il trasporto e lo spostamento cambia gli assetti funzionali  originari, facendo vivere nuovi legami con la costruzione e con l’uomo.

 

Jacopo Risaliti nasce a Prato nel 2001. Attualmente frequenta il terzo anno di scultura. Dal 2021 sono numerose le sue partecipazioni e collaborazioni ad eventi artistici sul territorio nazionale.

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Melissa Ferretti

6. IL CAVALLINO

Materiali: carta e legno

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Questo lavoro rimanda alle attrezzature dei parchi giochi e suggerisce ricordi pieni di spensieratezza, fantasie nostalgiche, aspirazioni utopiche che accompagnavano i nostri giochi nell’infanzia.

Se il riferimento è diretto e semplice egli però allude alla volontà di spingere lo spettatore ad andare oltre la semplice apparenza e invita a riflettere sulle difficoltà dell’uomo contemporaneo.

Uno fra tutte la perdita dello spazio pubblico. Questo perché l’assenza di adeguati spazi pubblici nelle metropoli, ha indotto ad abbandonare il gioco nelle strade e nelle piazze e ricercare in alternativa ambienti chiusi, limitati e protetti, come i parchi di divertimento tematici.

Il divertimento è quindi diventato un segnalatore efficace delle fortune e miserie delle società urbane.

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