
1. PRESENZA 1
Serie: opere in silicone
Misure: H.128 L.70 P.76
Materiale: silicone su vetro resina
Tiratura: copia unica
Anno: 2012
Un uomo senza identità, perché tutte le riassumono e abbracciano, seduta, in posizione di attesa, tirando oltre i limiti i tessuti che la avvolge, estendendo il volto, le braccia e le gambe in lingue di tessuto che sono metafora dell’impasse che precede l’azione.
Un mutamento interiore che rivela il perenne stato di transito della condizione umana, tesa tra il cedere e l’elevarsi e dove si attende di divenire che Gobbi riesce a fermare, cristallizzandolo nel silicone.

2. LO STATO DELLE COSE
Serie: opere in silicone
Misure: 103 x L. 133x P. 80
Materiale: silicone
Anno: 2011
Sotto i riflettori la simulazione plastica di un naufragio universale e contemporaneo. Un naufragio, memore de La zattera della Medusa di Théodore Géricault, bloccate nelle loro azioni, tese tra salvezza e perdimento. “Lo stato delle cose” presenza umana essere di confine tra la vita e la morte, forma privata del colore vitale e coperta da un guscio di silicone. Non ci è svelato se l’involucro sia atto a proteggerle o a celare nell’oblio l’essenza pulsante; vivida è l’impressione di una distanza creata tra lo spettatore e l’opera. Dove la dimensione transitoria e quella mitica si incontrano.
Biografia
Biografia
Nato nel 1970 a Brescia, dove vive e lavora. Nel 1995 si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano e inizia a esporre fin dai primi anni Novanta, in Italia e all’estero. Le personali recenti si sono tenute al Museo D'Arte e nella galleria IAGA contemporary art di Cluj-Napoca, Romania. Galleria Grenz Art, Hollabrunn, Vienna, Arteam cap, Bonellilab, Canneto Sull'Oglio, Mantova, Biennale di Soncino, Soncino, Cremona, Lo stato delle cose, Museo Diocesano, Brescia, Odrodzenie, Centrum Ekspozyeyjne Stara Kotlownia, Olsztyn, Polonia, Arte Laguna Prize, Arsenale Nord, Venice,
La ricerca di Marcello Gobbi indaga il tempo attraverso la processualità del fare. La tecnica raffinata che l’artista impiega per la realizzazione delle sue opere, dal micro al macro, dalla dimensione oggettuale alla grande installazione ambientale, diventa metafora di una riflessione sul corpo scultoreo come luogo del tempo vissuto.
L’estetica diventa etica e le opere di Marcello Gobbi visualizzano, nell’enfasi di corpi nudi, bloccati in pose plastiche o nell’atto di diventare altro da sé, nel farsi della metamorfosi, l’eterno dilemma dell’uomo contemporaneo teso tra l’elevazione e la perdizione, il silenzio e il grido, la consapevolezza o l’oblio.
Le sue sculture si relazionano con lo spazio, emergendo o fuggendo da esso, si concentrano in tensioni fisiche di pregnante solitudine, si allungano e contorcono in grida metafisiche e abbracci enigmatici. Fondamentale anche la relazione con la luce: le sue opere, per la texture siliconica di cui sono interamente ricoperte, rispondono plasticamente ed ecletticamente all’illuminazione, con la quale lo scultore “gioca” ad ottenere effetti ora naturali ora drammatici.
Come congelate nella loro liquefazione, le colature di materia immergono lo spettatore in una visione che invita al dialogo: Marcello Gobbi consegna al pubblico il fascino di eterni quesiti, dimostrando che ancor oggi vita e arte possono compenetrarsi in un abbraccio enigmatico.